intervista con EPOI

Presentati come artista:

Quanti tag vuoi? Sono, Boyler boy aka Sergio Taccheggi aka Epoi APC PMB!

Come e quando ti sei avvicinato al mondo dei graffiti?

Mmm..Diamo attorno al 2006 ho fatto un viaggio a Marsiglia e sono rimasto shoccato dai bombing sui muri e sulle montagne, ho visto sti argentoni enormi quando entri nel traforo del Frèjus, pezzi ad altezze disumane su listelli di cemento sospesi nel vuoto, sotto autostrada ad  8 corsie, sono rimasto sconvolto e quella roba mi ha fatto interessare ai graffiti anche se anni prima già le tag nella mia città non mi passavano inosservate.

Ricordi dove hai fatto il tuo primo pezzo?

Si, sempre nel 2006, ancora prima di andare in Francia avevo comprato alcuni colori con due amici e non sapevamo manco cosa stavamo facendo, abbiamo fatto un pezzo orribile dietro al deposito dei treni di Bolzano, mi sembra di aver scritto qualcosa tipo Yogi, un pezzo prima outline e poi colorazione su di un muro scrostato.

Cosa provi quando vai a dipingere, cos’è che ti spinge a continuare?

Ehh..pesante questa…( silenzio)…eh alla fine c’è chi cerca la sensazione di sfida, sfidare i limiti e l’ignoto, per me è l’ espressione massima, sfidare il sistema la notte nel punto X della città, punti morti dove non ci va nessuno, e li mi sale quella sensazione contrastante, è un ruolo pesante, in realtà mi sta sul cazzo l’idea dell’artista di Kirkegaard, però è la verità, gli amori più grandi non riesci mai a goderti a pieno, quando dipingo una parte del mio essere non riesce comunque ad essere colmata del tutto. Sono sensazioni in contrasto, come un po tutto nella vita, come l’amore,  per me è sfogare i sentimenti più pesanti, mi è capitato di trovarmi a telefonare sui binari in piena notte a sfogare la rabbia mentre dipingevo, però ho sempre fatto pezzi per sfogare e lo trovo un modo giusto piuttosto che fare altre cose…

Ci sono stati writer che hanno influenzato molto il tuo stile o modo di dipingere?

Eh ogni città ha la sua botta, comunque ho avuto la possibilità di viaggiare, Berlino, Barcellona, un po ovunque in Europa ed ogni città ti da qualcosa, da noi mi ricordo i primi pezzi sui regionali di Paolins, ste motrici che passavano dipinte, poi i blocchi della 1up a Bolzano, insomma quando inizi è la scena che c’è attorno a te ad influenzarti.

Come è cambiato il tuo approccio ai graffiti rispetto a 5 anni fa?

Eh..il trash style ormai ha preso il sopravvento nella scena,  per cui quello che vedi è quello che respiri, Per me però non è cambiato troppo, all’inizio c’era più unione anche nella mia crew, si andava a dipingere assieme, poi il tempo passa, la gente si muove le cose cambiano, devo dire che negli ultimi anni sono andato a dipingere spesso per conto mio.

Raccontaci un bel ricordo legato ai graffiti

Eh ne ho tanti..una volta mentre dipingevo è arrivato un gruppo di refuges e si sono messi a guardarmi, poi abbiamo un po chiacchierato e loro erano sbalorditi, ho finito il pezzo emi hanno invitato a casa loro a cenare, li ho seguiti e siamo andati in sto appartamento di 50mq in cui vivevano 17 persone, loro super ospitali, abbiamo mangiato lenticchie e latte e poi c’era l’imam che aveva un ruolo da capo assoluto della casa, lo chiamavano il capotribù, e lui mi ha  fatto cucinare alle donne dei pesci con l’uvetta e le prugne apposta per me, esperienza pazzesca.

Ed ora raccontacene uno sgradevole

Eh, ero in banchina a dipingere e mi suona il telefono ed era la mia ragazza, e iniziamo al litigare su whatsup, scleriamo e ci molliamo al telefono mentre stavo facendo una trenata dedicata a lei.

Cosa ti hanno dato i graffiti nella tua vita?

La psicosi.

E cosa credi ti abbiano tolto?

mm…magari non essermi goduto meglio altre cose..però alla fine almeno ho passato l’adolescenza a dipingere piuttosto che al bar o al centro commerciale.

Oggi giorno i graffiti sono uno dei movimenti underground più grandi al mondo,perché  così tante persone si stanno avvicinando a questo movimento?

Secondo me ci sono 2 motivi. 1 umano: è una parte dell’essere , prima di diventare adulti soprattutto, il bisogno di farsi valere nel mondo, di dire io esisto, fatemi esistere almeno prima di diventare una bestia omologata, e il secondo motivo è che i media pompano i graffiti, perché? Già negli anni 80 esistevano i graffiti ma non se ne parlava,  poi appena ci si rende conto che un movimento è puro, è compatto, diventa pericoloso per il mondo, e allora ecco il trick malefico, si inizia a pompare il movimento, a buttargli dentro soldi, a dargli attenzione, perché? Proprio per distruggerlo, per fargli perdere la sua vera essenza, così è successo con il movimento hip hop, e se non stiamo attenti succederà anche con i graffiti, se non è già successo.

Cosa ne pensi del ruolo di instagram nella scena.

Eh… intasgram ha preso il posto della strada, però nel momento in cui vedi un pezzo in strada fatto bene, ad imbragatura su di un tetto..è li che però capisci veramente i graffiti, non su internet. Ovviamente ha i suoi lati negativi ma anche positivi, si entra in contatto facilmente con tanti artisti in tutto il mondo, posso vedere una marea di stili diversi, insomma ci sono i pro e i contro, sta a te usarlo nella maniera giusta.

Che rapporto hai con la street art?

Fa cagare…no scherzo..Credo che un buon street arter debba comunque avere un background di veri graffiti, poi se riesci a lanciare un bel messaggio, fatto bene, senza dover storpiare la tua idea e tirarci su due soldi, beh buon per te, apprezzo.

Cosa ne pensi della scena attuale nella tua città?

Bolzano? Io non ho una città fissa ,però sono cresciuto a Bolzano e la scena è pessima. Però sono un vagabondo per cui posso dirti che ci sono scene fighe in altri posti in cui sono spesso, per dirti ti nomino crew del nord italia di varie città in cui periodicamente sosto. Crew  come i Chaz, lav, isnt, che fanno roba seria, ma non sono di Bolzano…

Quale è la città in cui hai trovato la scena più interessante?

Beh..tante città a sud della Francia, e ovviamente Berlino.

Che importanza hanno i graffiti nella tua vita?

Parecchie ore le dedico ai graffiti, quindi sono parecchio importanti, sono uno sfogo meditativo, non so a cosa porteranno, però ci credo molto.

Progetti futuri?

Vorrei spingere sempre di più e dipingere con le persone che rispetto e gli artisti che mi gasano, le crew vanno e vengono ma le persone vere rimangono.

Credi che un giorno smetterai?

Può essere, finché i polmoni reggono, vedremo se Epoi avrà un punto di svolta.

Dislife magazin